Il rischio biologico nella gestione dei rifiuti

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Il  rischio biologico è uno dei temi ripresi dal D.lgs. 81/08 in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Tale rischio, riferito al titolo X, comprende tutte le attività che possono comportare un’esposizione ad agenti biologici in maniera deliberata e non (rischio potenziale). Nel settore occupazionale, si possono distinguere attività che comportano l’uso di microrganismi opportunamente selezionati, mentre altre che pur non prevedendone uno specifico uso, espongono il lavoratore a rischi legati ai microrganismi stessi.

Tra tali attività rientrano quelle destinate alla  gestione del rifiuto ed al trattamento dello stesso (compostaggio, biostabilizzazione, depurazione delle acque, trattamento del percolato ecc..) le quali sono correlate alla presenza di rischi per la salute a breve e lungo termine. In tali situazioni i microrganismi presenti possono essere veicolati in maniera diversa in relazione alle condizioni ambientali (condizioni meteo/climatiche, presenza di vento ecc..), al tipo di rifiuto ed alle modalità di trattamento.

Le principali vie di contatto per i lavoratori esposti possono essere: muco-cutanea, apparato digerente e respiratoria.

La sintomatologia clinica osservabile è relativa a: irritazione polmonare, diarrea, dolori articolari, febbre, brividi, stanchezza insolita. Limitate evidenze epidemiologiche, hanno posto l’attenzione sui possibili effetti cancerogeni a danno dei lavoratori esposti.

I bio-aerosol possono contenere una moltitudine di microrganismi differenti vitali e non vitali, nonché componenti biologiche attive da essi derivati. In linea generale, l’inalazione di microrganismi ha quale principale conseguenza, il manifestarsi di una reazione di “ipersensibilità immediata” o allergia. Il rischio maggiore di sviluppare allergie si presenta per quei soggetti già predisposti o “sensibili”, ed a causa di fattori genetici individuali; per tali persone infatti anche concentrazioni estremamente basse di specifici allergeni aero-dispersi sono sufficienti a scatenare massicce risposte immunitarie con conseguenze anche gravi.

In tale contesto appare importante sottolineare che molte componenti tossiche possono essere associate al particolato e, quando vengono inalate in analogia a quanto avviene per le polveri, è possibile determinane effetti sulla salute in funzione della dimensione aero-dinamiche.

I principali agenti biologici da considerare come potenziale fonte di rischio per gli addetti al trattamento di R.S.U. e produzione di compost sono:

  • Micotossine con potenziali attività tossica e/o cancerogena
  • Alcuni VOCs derivanti dal metabolismo di alcuni ceppi fungini con potenziali attività irritanti e/o antigeniche (NH3, H2S, ecc..)
  • L’ (1-3)-β-D-glucano (prodotto fungino) e le spore di alcuni funghi (Alternaria, Aspergillus, Cladosporium, Penicillum) che hanno dimostrato attività allergenica
  • Gli attinomiceti con potenzialità allergiche e sensibilizzanti
  • Le endotossine prodotte dai batteri Gram negativi, con potenziale attività tossica e frequente possibilità di determinare reazioni allergiche e di sensibilizzazione.

Allo stato attuale non esistono TLV (Valori Limite di Soglia) per tali sostanze a ragione di una non adeguata evidenza scientifica; i bio-aerosol possono contenere contaminanti saggiabili quali ad esempio endotossine, antigeni, micotossine, VOC; questi composti possono essere rilevati tramite saggi chimici, biologici ed immunologici.


FONTE: PUNTO SICURO

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