Rischio chimico nel settore acconciatura

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Indicazioni per la valutazione del rischio di esposizione ad agenti chimici e l’adozione di misure preventive e protettive nel settore acconciatura. I rischi di assorbimento cutaneo, l’esposizione inalatoria e le misure di prevenzione e di protezione.

Per favorire una consapevole percezione del rischio in questo settore, il documento “L’esposizione ad agenti chimici nel settore acconciatori. Proposta di un modello di valutazione del rischio”, nonostante sia un vecchio documento (fa riferimento alla legge 626/1994), riporta utili consigli per la valutazione dei rischi e per le misure di prevenzione nel settore acconciatura.

Presenta infatti una metodologia di valutazione del rischio di esposizione ad agenti chimici che si sviluppa attraverso una fase preliminare di conoscenza della realtà lavorativa che prevede l’acquisizione di informazioni generali e la raccolta della documentazione ritenuta necessaria ai fini della sicurezza e dell’igiene del lavoro.

Vengono esaminati i seguenti aspetti:

  • – ciclo di lavorazione e tecniche ad esso correlate;
  • – mansioni in essere e personale preposto allo svolgimento delle attività;
  • – sostanze e preparati chimici utilizzati e/o derivanti dalle attività lavorative.

In una fase successiva sono stati focalizzati altri elementi significativi, quali:

  • – grado di affluenza della clientela;
  • – tipologia delle prestazioni più richieste;
  • – consumi di prodotti cosmetici;
  • – tipo e durata dell’ esposizione;
  • – gruppi di lavoratori ad esposizione equivalente;
  • – circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza degli agenti chimici.

Con riferimento alla valutazione del rischio si indica che nello svolgimento delle varie attività gli addetti del settore acconciature sono prevalentemente esposti, a causa del continuo contatto della pelle con preparati cosmetici, al rischio di assorbimento cutaneo delle sostanze chimiche contenute nei formulati. Questo rischio può variare a seconda del grado di permeabilità della cute e del contesto in cui le attività vengono eseguite. Infatti molto spesso la manipolazione dei vari prodotti avviene in presenza di acqua e a temperature superiori a quella ambientale (basti pensare al lavaggio della testa) ed è noto che fattori esterni, quali l’umidità, la temperatura, il pH del prodotto utilizzato, oltre a fattori intrinseci, quali la presenza di lesioni cutanee e/o di processi infiammatori-irritativi, contribuiscono a danneggiare o impoverire il mantello idrolipidico e lo strato corneo della pelle, favorendone l’attraversamento da parte di sostanze estranee.

Tra le conseguenze più importanti di questo assorbimento c’è il manifestarsi di fenomeni irritativi e sensibilizzanti (allergici) soprattutto a livello degli arti superiori, mani e avambracci, che costituiscono le parti del corpo maggiormente interessate dal contatto.

Altro aspetto preso in considerazione è l’esposizione inalatoria.

In questo caso le fasi più critiche sono costituite dal trattamento colorante e decolorante (soprattutto nel caso di utilizzo di prodotti ossidanti in polvere), dal trattamento permanente (causa l’utilizzo di prodotti ammoniacali e tiolici), e dalle operazioni di styling (basate sull’impiego, più o meno massiccio, di prodotti spray). E la letteratura in materia evidenzia la presenza di disturbi a carico delle vie aeree superiori e inferiori quali rinite, tosse stizzosa, tosse con catarro, bronchite cronica, fenomeni asmatici.

Inoltre tra gli addetti al comparto sussiste la concreta possibilità di esposizione a sostanze cancerogene, probabili cancerogene e supposte cancerogene.

Ricordando che il documento si sofferma sull’esposizione ad agenti chimici in quattro diverse fasi (lavaggio, modifica del colore del capello, modifica della forma del capello e lavori stilistici), vediamo alcune misure di prevenzione attuabili in conseguenza della valutazione effettuata.

Prodotti chimici:

  1. utilizzo esclusivo di prodotti professionali rispondenti ai requisiti di etichettatura previsti dalle norme vigenti;
  2. impiego, limitato ad alcuni prodotti coloranti, di preparati già pronti all’uso;
  3. utilizzo razionale dei prodotti cosmetici, secondo quantità e concentrazioni limitate all’indispensabile;
  4. conservazione dei prodotti cosmetici in luoghi freschi, asciutti e ben aerati, lontano da fonti di calore e da apparecchi elettrici in funzione.

Informazione:

  1. controllo delle caratteristiche del prodotto riportate sulle istruzioni contenute nelle confezioni e, qualora disponibile, nel fascicolo tecnico divulgato dalla casa produttrice;
  2. controllo delle modalità di utilizzo del preparato cosmetico, come da specifiche istruzioni impartite dalla casa produttrice;
  3. informazione degli operatori sui rischi connessi all’impiego dei prodotti cosmetici, sul divieto di miscelare i preparati con altri prodotti o con prodotti similari appartenenti ad altre case produttrici o con sostanze diverse non previste nelle specifiche istruzioni, sulle norme igieniche e di sicurezza da rispettare, sulle pratiche di intervento in caso di manipolazione non corretta.

Addestramento:

  1. affiancamento dei lavoratori neoassunti da parte di personale esperto e qualificato.

Strumenti di lavoro:

  1. impiego privilegiato di strumenti di lavoro esenti da nichel.

Aree di lavoro:

  1. predisposizione di area di lavoro adibita al dosaggio e miscelazione dei vari prodotti, sufficientemente distante dalle postazioni di lavaggio e situata in prossimità di superfici finestrate fruibili.

Per quanto riguarda le misure di protezione:

  • protezione delle mani con applicazione di creme barriera
  • utilizzo di guanti impermeabili di plastica (PE, PVC) monouso;
  • utilizzo di guanti in lattice di gomma, monouso;
  • cura dell’integrità cutanea delle mani mediante lavaggio accurato dopo l’impiego dei prodotti;
  • lavaggio accurato, anche mediante sterilizzazione, degli attrezzi di lavoro venuti a contatto con i prodotti impiegati.

Il documento conclude affermando che la valutazione qualitativa del contributo offerto da ogni singolo elemento al livello potenziale di rischio ha condotto alla rilevazione di un rischio non moderato per le quattro fasi analizzate.


FONTE: PUNTO SICURO

 

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