Come valutare il microclima e calcolare il confort termico

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Il microclima di un ambiente di lavoro, cioè quel complesso di parametri fisici (temperatura dell’aria, temperatura media radiante, velocità dell’aria, umidità relativa) che insieme a parametri individuali quali attività metabolica ed abbigliamento caratterizzano gli scambi termici tra ambiente e lavoratori, è un elemento molto importante di ogni valutazione dei rischi.Infatti l’ambiente termo-igrometrico in cui opera un lavoratore non solo può comprometterne la sicurezza e la salute, ma può essere non adeguato all’attività svolta e può creare vere e proprie sensazioni di disagio (discomfort).

I principali fattori che possono provocare discomfort locale sono di seguito elencati:

  1. presenza di ampie superfici particolarmente fredde/calde (ad es. pareti vetrate o pareti non isolate) che possono causare scambi termici radiativi anomali tra alcune parti del corpo umano e le superfici suddette;
  2. contatto con superfici eccessivamente fredde o calde, ad esempio pavimenti non isolati su porticati ecc. (si raccomandano temperature superficiali comprese tra 19 e 26°C);
  3. presenza di correnti d’aria fredda (spifferi) che su alcune zone del corpo, ad esempio la nuca, possono risultare particolarmente fastidiose (si raccomanda una velocità relativa dell’aria < 0,25 m/s);
  4. gradienti di temperatura all’interno dello stesso locale (si raccomanda una differenza verticale di temperatura < 3°C)”.

 Un ambiente si trova in condizioni termicamente confortevoli quando una elevata percentuale di persone poste all’interno dello stesso, soggette ad analoghe condizioni di vestiario ed attività fisica, non è in grado di dire se preferirebbe una temperatura più alta o più bassa.

Nel periodo invernale le condizioni di benessere in una situazione con riscaldamento artificiale e con riferimento ad attività leggere, fondamentalmente sedentarie, posso essere:

  • temperatura operativa compresa tra 20 °C e 24 °C;
  • la differenza verticale di temperatura dell’aria tra 1,1 m e 0,1 m dal pavimento (livello testa e caviglia) minore di 3 °C;
  • la temperatura superficiale del pavimento compresa tra 19 °C e 26 °C;
  • l’umidità relativa compresa tra il 30% e il 70%.

 E riguardo alle condizioni di benessere in periodi estivi, con riferimento alle stesse attività:

  • temperatura operativa compresa tra 23 °C e 26 °C;
  • umidità relativa compresa tra il 30% e il 70%.

Il confort (o comfort) microclimatico è importante in tutti gli ambienti di lavoro e la stessa normativa sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, il Decreto legislativo 81/2008, classifica nel Titolo VIII (art. 180) il microclima tra gli agenti fisici che, ai sensi dell’art. 181, devono essere compresi nella valutazione dei rischi.

Benché mancante di un capo specifico (come altri agenti fisici), il microclima deve essere valutato con riferimento alle norme di buona tecnica (UNI, ISO ecc.) ed alle buone prassi in modo da identificare ed adottare le più adeguate misure di prevenzione e protezione.

La valutazione del microclima ambientale e del confort dei lavoratori deve avvenire quindi mediante la misurazione di parametri ambientali ed individuali, misurazione seguita dall’elaborazione di specifici indici di confort che permettono di esprimere numericamente le condizioni microclimatiche di un ambiente.

Il confort termico viene definito dalla American Society of Heating, Refrigerating and Air Conditioning Engineers (ASHRAE) come “condizione di benessere psicofisico dell’individuo rispetto all’ambiente in cui vive e opera”. E la valutazione di tale benessere può essere quantificata specialmente attraverso due indici:

PMV (voto medio previsto): è il valore medio dei voti previsto in un consistente gruppo di persone, secondo una scala di sensazione termica a 7 punti. Da +3 (molto caldo) a -3 (molto freddo), passando per 0 (né caldo né freddo);

PPD (percentuale prevista di insoddisfatti): percentuale di soggetti termicamente insoddisfatti in uno specifico ambiente. È un indice calcolato a partire dal valore di PMV.

Il PMV è un indice adatto alla valutazione di ambienti lavorativi a microclima moderato, ad esempio uffici, laboratori di ricerca, scuole, ospedali, …. Uno stato di comfort termico si raggiunge per valori di PMV compresi tra + 0,5 e – 0,5, cui corrisponde una percentuale di insoddisfatti delle condizioni termiche (PPD) inferiore al 10%.


FONTE: PUNTO SICURO

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