Come prevenire l’influenza negli ambienti di lavoro

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Le principali norme igieniche per rischio generico nei luoghi di lavoro, che devono risultare nel Documento di Valutazione dei Rischi e devono essere oggetto di informazione e formazione dei lavoratori, sono:

  1. mantenere una buona igiene personale, lavarsi le mani dopo aver starnutito o tossito o pulito il naso;
  2. per la disinfezione dell’ambiente e degli oggetti utilizzare prodotti a base di cloro attivo;
  3. ventilare bene gli spazi chiusi;
  4. lavarsi le mani prima di toccare occhi, naso e bocca;
  5. lavarsi le mani dopo aver usato il bagno;
  6. asciugarsi con salviette monouso, ove possibile;
  7. gettare le salviette in appositi contenitori.

Tratto da un articolo pubblicato sulla rivista internazionale gratuita “ Prevention and Research”, una rivista nata da un progetto di Francesco Tomei, Ordinario di Medicina del Lavoro dell’ Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

In particolare per la regolare pulitura di tutti i luoghi di lavoro si suggerisce “di verificare periodicamente l’attività svolta dalle ditte appaltatrici dei lavori di pulizia, in particolare riguardo ai servizi igienici”.

Sarebbe necessario “avere a disposizione servizi igienici separati per pubblico e lavoratori e, nel caso non sia possibile, la pulizia deve essere particolarmente accurata e frequente. Ove possibile sarebbe necessario mettere a disposizione rubinetti con pedale o con cellula fotoelettrica”.

Inoltre è necessaria “la rimozione di materiali sporchi o polverosi, nonché la detersione con  l’uso oculato di disinfettanti, solo ove necessario; a tal proposito, finita la pulitura, le aree di lavoro vanno fatte aerare adeguatamente. Una periodica disinfestazione è inoltre necessaria in ambienti di lavoro particolari quali mense, cucine, refettori, giardini, magazzini ed archivi, e comunque dove necessita, effettuandola previa pulitura a fondo dei locali e facendo trascorrere un adeguato lasso di tempo prima del rientro dei lavoratori e degli utenti”.

Infine:

  1. sono necessari guanti monouso laddove si venga a contatto con qualsiasi eventuale materiale organico;
  2. è opportuno “provvedere alla bonifica e all’imbiancatura degli ambienti di lavoro soprattutto laddove siano presenti danni da infiltrazioni, con presenza di muffa”;
  3. è auspicabile “l’acquisto di saponi liquidi a ph debolmente acido per la detersione delle mani ed evitare l’uso promiscuo di asciugamani utilizzando nei servizi igienici materiale usa e getta”;
  4. è necessaria “la pulizia periodica dei tendaggi e dei dispositivi di modulazione dell’intensità della luce (tende, veneziane, tapparelle ecc.), nonché delle pale dei ventilatori laddove presenti e un’adeguata pulitura dei filtri di tutti i condizionatori.

Le misure di prevenzione per il rischio generico vanno “adeguate alle singole realtà lavorative. Ad esempio è necessario evitare il sovraffollamento dei locali, effettuando una distribuzione adeguata degli operatori addetti al ricevimento del pubblico, in base anche alle capacità recettive dei vari ambienti ed all’affluenza di pubblico al servizio”. Può anche essere valutata la possibilità, per le attività di ufficio comportanti rapporti con il pubblico in maniera continuativa, “di collocare il lavoratore in postazione protetta mediante, ad esempio, schermatura con appositi vetri che evitino l’impatto e la diffusione di eventuali secrezioni provenienti da starnuti, colpi di tosse e quant’altro”.

Quando sono in corso pandemie, epidemie ed endemie bisogna considerare l’eventualità di una diffusione delle stesse nei luoghi di lavoro.

In questi casi “si rendono necessari interventi preventivi più stringenti, considerata la possibilità di una diffusione delle stesse nei luoghi di lavoro”. Ad esempio “la verifica ed il rispetto delle norme igieniche generiche o specifiche raccomandate dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali o da altri Organi Competenti, l’intervento su eventuali categorie lavorative che possano venire in contatto con soggetti provenienti da paesi stranieri a rischio, la divulgazione di un’adeguata, tempestiva e specifica informazione e formazione dei lavoratori,…”.

Secondo la Circolare del 23 luglio 2009 inoltre, “la vaccinazione anti-influenzale è strettamente raccomandata ad una serie di categorie a rischio che includono anche lavoratori di norma esposti ad un rischio biologico generico quali gli addetti ai servizi pubblici di primario interesse collettivo”. La vaccinazione antinfluenzale è importante “anche per evitare coinfezioni” tra virus influenzali umani e virus influenzali patogeni per specie animali. Coinfezioni che potrebbero “dare origine ad un nuovo virus influenzale altamente patogeno, trasmissibile da uomo a uomo”.

Per questo specifico motivo la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata a:

  1. allevatori;
  2. addetti all’attività di allevamento;
  3. addetti al trasporto di animali vivi;
  4. macellatori e vaccinatori;
  5. veterinari pubblici e libero-professionisti.

FONTE: PUNTO SICURO

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