L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha indicato nella tubercolosi (TB), già dal 1993, un rischio riemergente. Ogni anno infatti si registrano nel mondo più di 9 milioni di nuovi casi e 2 milioni di decessi: si stima che circa un terzo della popolazione mondiale ospiti il Micobatterio tubercolare allo stato di latenza (ITBL).
Nella Conferenza Stato-Regioni è stato sancito l’accordo relativo alla prevenzione della tubercolosi negli operatori sanitari e soggetti ad essi equiparati.
In considerazione di questi dati, sono stati recentemente approvati, in sede di Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, alcuni documenti che si inseriscono nell’ambito della lotta alla tubercolosi.
In particolare il 7 febbraio 2013 è stato approvato l’Accordo (ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano) sul documento recante «Prevenzione della tubercolosi negli operatori sanitari e soggetti ad essi equiparati».
Un documento il cui obiettivo è quello di fornire precise indicazioni in merito alle misure di prevenzione e controllo della TBC da adottarsi nei confronti di operatori sanitari – e dei soggetti equiparati – esposti ad un maggior rischio di contrarre l’infezione per l’attività svolta.
Infatti in ambiente sanitario l’esposizione ad agenti biologici rappresenta, di fatto, uno dei principali fattori di rischio occupazionale presente. Gli operatori sanitari vengono spesso a contatto, nello svolgimento della loro attività, sia con soggetti affetti da malattie causate da agenti patogeni trasmissibili che con materiali potenzialmente contaminati.
Non dimenticando che un operatore sanitario può contrarre una malattia contagiosa anche al di fuori del luogo di lavoro, si sottolinea che una valutazione delle condizioni di salute degli operatori sanitari e dei soggetti ad essi equiparati risulta particolarmente importante ai fini dell’individuazione e della realizzazione delle più efficaci strategie di prevenzione e controllo, compresa la corretta applicazione delle misure di profilassi.
In particolare, la valutazione del rischio deve essere svolta a più livelli:
Inoltre ogni istituzione sanitaria, che si trovi a fornire assistenza sanitaria a pazienti con TB sospetta o accertata, dovrebbe sviluppare politiche scritte che specifichino:
Devono essere poi adottate delle misure di triage (i sistemi di triage “sono volti ad identificare pazienti con malattie trasmissibili per via aerea, accertate o sospette, che richiedano precauzioni per via aerea”), di isolamento e alcune indicazioni sui dispositivi di protezione individuale (DPI).
L’uso dei DPI rientra nelle:
Il documento si sofferma infine sulla sorveglianza sanitaria con particolare riferimento alla sorveglianza dell’infezione tubercolare latente, alla sorveglianza sanitaria negli studenti esposti a rischio biologico e alla vaccinazione, ricordando che la necessità o meno di vaccinazione antitubercolare discende da una specifica valutazione del rischio, così come previsto dal D.lgs. 81/2008.
FONTE: PUNTO SICURO